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Politica

Richiami vivi, ora Renzi spieghi i motivi dell'abbraccio mortale del Pd agli estremisti venatori

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79 voti, che poi significano 40 deputati dalla parte sbagliata. È ciò che ha impedito, poche ore fa, di cancellare dalla storia italiana l'uso degli uccelli selvatici come richiami vivi. In Parlamento, in diretta dall'Aula che votava la legge Comunitaria, abbiamo ascoltato gli appelli e le proposte dei tanti deputati che chiedevano un gesto di civiltà, oltreché una risposta reale e seria alla procedura d'infrazione attivata dall'Ue contro l'Italia, uno dei pochi Paesi a praticare ancora la cattura degli uccelli con le reti per uso richiamo. Appelli e proposte per la natura e il rispetto delle regole ambientali.

Tra questi deputati mancavano quelli del PD, della Lega e di Fratelli d'Italia, che con voto nominale hanno invece ceduto alle pressioni di chi vuole continuare a imprigionare, seviziare e torturare merli, tordi, allodole, colombacci, rinviando alle Regioni il compito di chiedere "deroghe" perché la barbara attività dell'uccellagione abbia un seguito.

Fingendo di rispondere alla procedura d'infrazione, con l'approvazione dell'art.15 della legge Comunitaria, abbiamo di fatto trasferito in deroga il "fascicolo" richiami vivi.Un'altra deroga, l'ennesima. Le Regioni tenteranno così di mettere ancora nel sacco, anzi nelle reti, decine di migliaia di piccoli uccelli migratori, per consegnarli, se sopravvissuti alla cattura, alla paura, allo stress, ai cacciatori impegnati in questa cruenta forma di caccia.

E allora noi domandiamo, caro Presidente del Consiglio Matteo Renzi e caro Segretario del PD Matteo Renzi, prima di tutto al suo partito, che è maggioranza nel Paese, se ha nel suo programma la tutela della fauna selvatica, la protezione degli animali dalle torture, la legalità in tema di violazione delle direttive comunitarie, il rispetto della biodiversità e la sensibilità di voltare pagina anche su questi temi. Se ce lo ha davvero e non solo come idea, come slogan.

In queste ultime ore alla Camera dei Deputati, caro Presidente e caro Segretario, i suoi deputati non hanno inteso esprimere il cambiamento, non hanno saputo dare un segnale di svolta. E sì che l'impresa era persino facile, quasi ovvia: dire stop, con il supporto di una procedura europea, a una delle pratiche più aberranti ancora in uso nella caccia, la cattura di questi piccoli uccelli selvatici, destinati ad una vita in gabbie minuscole, spesso luride, relegati nel buio di garage umidi. A subire un'umiliazione fisica e "morale" che serve ad alimentare una tradizione violenta e fuori tempo massimo.

Alla Camera dei Deputati il PD ha perso l'occasione di sfuggire all'abbraccio degli estremisti venatori, ignorando l'Europa e le decine di migliaia di persone che hanno sottoscritto l'appello della Lipu in difesa degli uccelli selvatici, e le centinaia di migliaia di persone che in questi ultimi giorni, in Rete, hanno fatto sentire la loro. Quante erano, queste persone? 500 mila? Un milione? Quello che sappiamo è cosa chiedevano: un gesto di civiltà.

Dall'altra parte c'è chi invece ha votato per la natura e il rispetto della vita selvatica. Lo hanno fatto il Movimento 5 Stelle, Sinistra Ecologia e Libertà, Scelta Civica e parte di Forza Italia e del Gruppo Misto. A questi deputati va il nostro più alto senso di rispetto e il ringraziamento, per l'impegno e anche per un dibattito istituzionale appassionato e partecipato e a tratti persino commovente. Non è poco sentir risuonare certe parole di bellezza e speranza, nel nostro Parlamento. Sarebbe bello sentirle più spesso e pronunciate da tutti.

Ma noi non perdiamo la fiducia. E confidiamo che al Senato il PD, il partito di maggioranza da cui dobbiamo aspettarci risposte importanti e che pure ha tra le sue fila persone che tengono a queste tematiche e si impegnano per esse, cambi idea, rifugga la politica della scorciatoia, volti le spalle a chi cerca nelle "deroghe" il modo di raggirare la legge. E decida per il meglio: la libertà degli uccelli migratori. La libertà e non la prigionia, la vita e non la morte.

La battaglia è appena cominciata e, a parte questa prima, triste puntata, è tutta da giocare. Dunque confidiamo in lei, signor Presidente e Segretario Renzi. Cambi verso all'Italia anche in questo senso. E lanci un nuovo, bellissimo, hashtag: #maipiùrichiamivivi.

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