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La famiglia viene spesso considerata come la scuola per eccellenza della nostra capacità di relazionarci col prossimo e quindi punto di partenza per lo sviluppo delle nostre capacità di costruire relazioni significative sul lavoro. Allo stesso tempo l’azienda è il luogo dove si entra in relazione con altre persone per realizzare un obiettivo più grande di noi, un obiettivo (purpose) che sarebbe irraggiungibile se ci provassimo da soli. Per imparare a identificare il giusto bilanciamento nella sfida del virtuale, è quindi importante avere la famiglia come punto di riferimento per l’azienda. Nasce da queste premesse Lavoro, famiglia e conciliazione di fronte alle sfide del virtuale, numero 10 dei “Quaderni FMV Corporate family responsibility” della Fondazione Marco Vigorelli.

Il tema: un cambio di paradigma

L’idea di questo Quaderno scaturisce dal fatto che dall’inizio della pandemia stiamo sperimentando un importante cambiamento sociale che influenza il lavoro di tutti e in particolar modo il dove e il come ci relazioniamo nel lavoro.

Siamo infatti diventati esperti delle molteplici piattaforme tecnologiche che supportano la nostra vita professionale ogni giorno. Abbiamo imparato a lavorare da remoto e ad apprezzare quando una testa di un bambino appare sullo schermo di una riunione. Stiamo arrivando alla consapevolezza che molti lavori non torneranno mai ad essere 100% in presenza e che il concetto di lavoro ibrido rimarrà con noi per qualche tempo (o forse per sempre). Questo cambiamento, che probabilmente gli storici del prossimo secolo identificheranno come inizio di un cambio di paradigma, presenta chiaramente molti aspetti positivi e alcuni rischi da tenere in considerazione.

Il Quaderno, in questo senso, propone spunti multi-disciplinari per affrontare le sfide che questo nuovo paradigma ci presenta. La prima parte offre riflessioni multidisciplinari che coprono la sfera aziendale, sociale e psicologica. La seconda parte raccoglie alcune esperienze concrete di chi sta lavorando per rendere sostenibile questo nuovo paradigma.

Riflessioni su organizzazione, impatti e sostenibilità

Nella parte delle Riflessioni, il Quaderno presenta come primo contributo quello di Teresina Torre, che si inserisce nell’orizzonte organizzativo del lavoro che cambia, dallo smart working al commitment da parte dell’azienda, dalla necessità di ri-pensare nuovi modelli organizzativi all’importanza del dialogo con tutti gli stakeholders.

Daniele Malaguti, dalla prospettiva della psicologia del lavoro e delle organizzazioni, mette invece a fuoco alcuni impatti possibili su persone e relazioni che il cambiamento del lavoro sta generando: modo di lavorare e di organizzare il proprio lavoro, ma anche senso di appartenenza (più transazionale) e profondità delle relazioni (virtuali).

La prospettiva sociologica, proposta dalla riflessione di Rosangela Lodigiani, suggerisce infine di mantenere un punto di osservazione più ampio nell’orizzonte dei cambiamenti in atto, che non deve mai dimenticare la sostenibilità e l’importanza di ripensare “velocemente” ad una radice antropologica del lavoro.

Esperienze: osservare il lavoro che cambia

La parte delle Esperienze del Quaderno ci presenta tre modi diversi di osservare il “lavoro che cambia”.

Il primo è offerto da Giovanni Scansani, che guardare il fenomeno dalla prospettiva accademica, consulenziale, organizzativa e anche di diffusione culturale, mettendo a fuoco il valore del lavoro, del welfare aziendale e della nuova leadership.

Il secondo è presentato da Elinora Pisanti, Human Resources Executive Director Italia e ora UK e Irlanda di Bristol Myers Squibb, che ci invita a mettere davvero al centro le persone nel lavoro del futuro, in base ad iniziative concrete che mostrano come sia possibile farlo anche in una grande multinazionale.

Il terzo è proposto da Riccardo Tosi, con una grande esperienza in Enel, e che si è trovato in questo ultimo periodo, come tanti, a gestire a distanza alcuni team di lavoro, che ci prospetta vantaggi e svantaggi, rischi e opportunità incontrati, con un accenno sulla conciliazione tra famiglia e lavoro nell’ottica dei padri.

Il bello della relazione

A conclusione delle riflessioni e delle esperienze riportate nel Quaderno della Fondazione Marco Vigorelli – che è stato abbastanza complicato mettere insieme, poiché stiamo parlando di fenomeni non ancora conclusi e tuttora in trasformazione – ci resta una consapevolezza su tutte: il bello dell’umano è innanzitutto relazione, relazione da portare sempre all’interno del proprio contesto professionale.

 

Foto di copertina: Ketut Subiyanto, Pexels